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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

sabato 21 marzo 2020

rido poco e piango meno

anzi quasi mai.

forse perché vivo sola e isolatamente quindi senza nessuno a pigiare sui tasti delicati di un animo empatico e ultrasensibile che vive acquattato dietro la maschera arcigna del volto e delle parole ironiche tendenti al cinico.
faccio la vita che sono capace di fare dopo averla tanto desiderata aspettando che gli sbattimenti e le incombenze si smaltissero e lasciassero il posto alle passioni che solo in parte emergevano e trovavano spazi angusti e scuse per manifestarsi.
il più delle volte incompresi e osteggiati, spesso criticati e giudicati eccessivi.
compagnia di vita per quasi vent'anni, la micia che non muore mai.
mi capiva al volo e reagiva, seguendo il mio esempio, con alterigia, ribellione e scontrosità verso tutto e verso tutti fino all'ultimo respiro che è in fine stato come uno sbadiglio un attimo prima di abbandonarsi serenamente a quell'altra vita di cui nessuno sa e può raccontare.

è da lei che ho imparato a dormire invece di piangere.
a resistere con apparente indifferenza e superiorità.
a graffiare e soffiare a chi si avvicina, o tenta di farlo, più del consentito.
a ricominciare ogni giorno da capo come fosse la prima volta ma senza dimenticare la lezione dei giorni precedenti.

di più proprio era impossibile chiederle, me lo ha fatto capire ieri mattina.
dopo essersi sbaffata un bel po' di carne cruda si è trascinata in mezzo alla strada e si è sdraiata.
mi ha guardato e mi ha detto: spero solo che una macchina mi passi sopra.
e per esser sicura che avessi capito e mi decidessi a fare qualcosa, ha poi miagolato piano tutto il giorno in quel modo che sa darmi tanto sui nervi e quando è arrivato il veterinario mi ha detto: mi sa che ci siamo e tante altre cose mentre il sonno la prendeva fino allo sbadiglio finale.

ero pronta, avevo già pianto un po' nei giorni scorsi e sul momento l'ho solo invidiata.
poi mi sono addormentata e risvegliata per mangiare una cosa, riaddormentarmi e ridestarmi per fumare una sigaretta, riaddormentarmi e ri alzarmi dal divano per pulire il suo spazio e sistemare presso altri gattari le scorte di scatolette e la sabbia, rimettermi a letto e scendere piano le scale per non farmi sentire da lei che però adesso dorme e sogna altrove e io con lei subito dopo cena e fino a domani mattina o a quando il mio organismo avrà metabolizzato la perdita di un'amica animale geniale e creativa, maestra di filosofia e di dignitoso ritegno, giocosa e irriverente vecchietta a cui interessa pochissimo d'esser capita o accarezzata, che chiede solo di essere lasciata in pace nel suo mondo e di scegliere chi preferire e far entrare, ma solo per un istante che due son già troppi.


2 commenti:

  1. se non avessi vissuto con LaGatta non capirei così bene le tue parole

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    Risposte
    1. sì, me lo ricordo quando anche tu hai deciso di aiutarla...
      sono sempre più convinta che la vita sarebbe più appagante se ci fosse data la libertà di scegliere quando andarsene così come si può fare per gli animali...

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