si può aver perso il senso dell'olfatto, ma se hai fiuto...
sembra tutto deserto invece, nel silenzio, un suono qui, un lampo là ed ecco le ombre umane che si muovono dietro i vetri e gli usci scambiando poche parole e tanti pensieri con i divani piagnucolosi appena restano un attimo soli e la polvere che per quanto cerchi di toglierla, scappa volando per ogni dove e appena ti volti si appoggia e si rotola nell'appena pulito ordinatamente come rispondesse all'appello di un ipotetico capoclasse.
e poi gli oggetti dimenticati che, neanche fossero le sirene di Ulisse, spingono fino a socchiudere il cassetto per invogliarti a guardarci dentro, trovare quel non so che, decidere che vada spostato per averlo sottocchio ben sapendo che da quel preciso momento, per ritrovarlo dovrai chiamare i ris.
una sirena, tutti fuori.
si è fermata qui sotto, e partono le ipotesi.
sarà quella, sarà quello... poi riparte proprio mentre hai dovuto rientrare a spegnere sotto al caffè, ma son di nuovo tutti inghiottiti dalle mura domestiche e quindi resti nel dubbio a pensare che se è ripartita senza sirene tanto grave non era.
ritiro il bucato e mi cade lo sguardo su una scia eterea, anzi due.
sono le otto di mattina, puntuali partono per la camminata veloce, ma preferiscono che li ignori perché a uscire ti sale un senso di colpa tale da farti sentire peggio di un serial killer pentito.
solo quello che fa finta di non capire mai, gira tutto il giorno avanti e indietro o aspetta la corriera che non c'è o è appena passata e mai che si ricordi l'orario.
anche i gatti camminano rasentando i muri come i ratti e con lo sguardo fugacemente attratto dai riflessi umani sui vetri delle finestre, ma quando vedono che sei più spaventato di loro riprendono la loro camminata felina e non curante così che sei tu a sentirti come un topo preso in trappola.
volendo ci sarebbero ancora un bel po' di lavori da fare... ma con tutto il tempo che abbiamo davanti, si può rimandare e di rimando in rimando alla fine decidere che se ne può fare a meno.
sul divano che assomiglia ogni giorno di più alla cuccia di un fido qualsiasi è arrivato il sole e allora diventa una comoda sdraio su cui far finta di essere su un qualsiasi lungomare a sostare per un momento di tiepido relax dal nulla immerso nel nulla.
peccato per quel fastidioso e lontano motore di una sparuta automobile che passa e di cui potresti dire persino il colore da quanto sei allenata a distinguerne il rumore.
passa anche qualcosa che all'improvviso e per poco spegne la luce del sole, t'accechi per capire cos'è stato.
è una poiana che mi ha fiutato dall'alto e mi gira sopra beffarda disegnando frasi sconnesse prima di planare oltre la portata della mia visuale.
senza volere disturbo un ragnetto che rimane attaccato alle dita incredulo che per togliere una fogliolina secca dal vaso gli abbia distrutto il lavoro di un giorno.
col calar delle tenebre le anime vive sembrano ancora più morte e la notte così silenziosa che le rane sembrano sotto al letto e un colpo di vento un piccolo terremoto.
in tutto questo d'affare ho scordato di bere... mi farò una spremuta e direi che per oggi ho vissuto abbastanza.
Una poesia che illumina l'aria. Grazie
RispondiEliminagrazie a te per il passaggio...
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