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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

giovedì 13 agosto 2020

lei è bipolare?

un giorno scriverò un libro di medicina.
una specie di ricettario con i rimedi escogitati per sopravvivere ai medici che spesso se ne escono con delle battute da cabaret, ignari delle conseguenze sull'umore e la perdita di fiducia che nonostante gli insuccessi si è portati per disperazione a concedergli.
massimo rispetto per la categoria, ma l'eccezione diventa norma quando si trovano davanti a patologie complesse che probabilmente potrebbero trovare conferma in analisi ed esami se si sapesse dove cercare.
il più delle volte capita che chiedano a me cosa prescrivermi tra una gamma di opzioni rispetto alle quali sceglierei più volentieri l'eutanasia.
dei bugiardini avevo già parlato qui, ora mi son fatta furba e li leggo sul web prima di acquistare il farmaco così evito sprechi.
ringraziando il cielo, sono ancora in grado di discernere autonomamente i referenti e le terapie così da evitare che confliggano in un quadro generale che faticano a credere possibile anche se di recente sono state definite delle linee guida che finalmente considerano reali malesseri per decenni considerati inesistenti.
l'ultima etichetta assegnata è fatigue e va bene, tanto un nome o un altro cambia poco la situazione.
rimedi non ce ne sono altri che farmaci assegnati ad altre patologie adattati ad hoc salvo che si sia bipolari quindi è arrivata la domanda: lei è bipolare?
la risposta è no, almeno nessuno mi ha mai etichettato come tale, ma è una domanda da fare?
capisco che uno chieda se sei diabetica o cardiopatica, ma fidarsi della risposta quando la domanda attiene a disturbi della personalità o psichici mi sembra un po' rischioso.
comunque nel ricettario parlerò dei benefici terapeutici del mezzo punto.
è un mese che mi diletto rifornendo tutta la famiglia di manufatti raffazzonati e astrusi che produco nelle lunghe giornate di isolamento totale e inattività calcolata.
la cura sembra funzionare, mi sento un po' come un vietnamita che vive nella foresta ignaro che la guerra sia finita, ma è anche vero che questa guerra forse non lo è e magari torna il lockdown prima ancora che io riesca a uscirne.




5 commenti:

  1. bella, ha un qualcosa che ricorda le stoffe peruviane;
    ora cerco un test sul bipolarismo e poi ti so dire esattamente a quale dei miei due, ricorda le stoffe andine

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    1. lo spirito ispiratore era esattamente quello infatti quella è per mio figlio e più o meno simili quelle per le sue bimbe... un altro tentativo creativo per far entrare nella zucca della madre che tanto nemica non sono.
      è servito?
      ovviamente no.
      credo che alla fine del ricettario, inserirò il consiglio principe per una guarigione da ogni male: farsi i cazzi propri.

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  2. In che senso chiedono a te cosa prescriverti?

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    1. mi sono data un sacco di motivazioni... direi che avendo più patologie 'misteriose' e non parlandosi tra loro, gli resti solo di fare riferimento alla mia 'competenza' utile quanto meno a scartare soluzioni controindicate, ma in ogni caso mi sembra una assurdità...

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