seguendo tra le vicende analoghe quella più vicina al nostro confine, questa foto dell'articolo sui migranti fermi in bosnia è tra quelle che mi hanno più colpito insieme alle altre che testimoniano le scudisciate prese da chi tenta e ritenta ogni giorno di uscire dal lager e giorno per giorno viene ripreso, bastonato, denudato e rimesso dentro.
ieri si è stancamente consumata la quindicesima giornata della memoria a settantacinque anni dalla liberazione del campo nazista di auschwitz e dico stancamente perché, via via che vengono a mancare per spegnimento le voci dei superstiti, l'eco si affievolisce.
ma si tratta davvero di smemoratezza o di tentativo di rimozione?
secondo me è più vera la seconda.
e la rimozione attiene anche e pesantemente al presente.
le organizzazioni umanitarie stanno facendo quel che possono, ma i giorni passano e da settimane bambini e bambine, donne e uomini, vecchi e malati miracolosamente sopravvivono in condizioni estreme e disumane a due passi dall'europa che unita 'ricorda' contrita le ingiustizie e i crimini del regime nazista ma lasciando fare ai croati.
si è pensato troppo a lungo che conservare la memoria servisse a evitare il ripetersi di quell'olocausto dimenticandosi che il vero problema è insito nell'essere umano tanto è vero che, appena gli è possibile, torna a prevaricare i più deboli con una ferocia del tutto simile a quella che in pochi anni provocò la morte di diciassette milioni di ebrei.
quasi impossibile il conteggio dei migranti morti dall'inizio delle migrazioni di massa a cui non saprei dare una data certa... l'organizzazione mondiale dell'immigrazione ne conta settancinque mila dal 1996 (circa quattromila all'anno ma in progressivo aumento) e francamente mi sembra un dato fortemente sottostimato se è vero che il flusso globale tra il 2010 e il 2015 è pari a trentasette milioni di individui.
i numeri resteranno per sempre sconosciuti, ma il succo della questione è evidente.
il mondo sarà sempre più percorso in lungo e in largo a piedi più che in aereo, complice la pandemia e il suo corollario di ormai inevitabili e duraturi effetti collaterali.
in nome di non capisco bene quali diritti prioritari e localistici, altro che un atavico istinto assassino, le politiche degli svariati regimi (dai più democratici a quelli dittatoriali) rispondono a un fenomeno irrefrenabile con strumenti e mezzi a diversa intensità di crudeltà, ma analoghi nella sostanza perché tutti ci sentiamo diversi e migliori rispetto ad allora ma capaci, all'occorrenza, di diventare assolutamente simili.
chi obbedendo a un ordine, chi guardando altrove, chi innalzando barriere, chi costruendo steccati, chi trovi giustificazioni o chi preferisca dedicarsi al proprio orticello.
voglio dire che il nazismo è stata l'espressione di un concentrato di aspetti atavici che persistono sul pianeta in forma diluita e a macchia leopardo che c'è il rischio che possano riaggregarsi anche grazie alla diffusione di strumenti informatici di controllo e 'comando' sotto forma di 'ordini' o suggestioni instillati in menti già povere di contenuto e in più compromesse dal caos pandemico.
salvare quel migliaio di reclusi subito potrebbe darmi torto e qualche speranza.
dargli un tetto, invece di parole e una sentenza che lascia il tempo che trova.
come non darti ragione e lo dico riconoscendomi tra i "chi guardando altrove"
RispondiEliminaml
mah! io guardo fissa, ma serve solo a farmi montare la carogna.
Eliminacerto che in un momento qual è l'attuale è ancora più stridente l'indifferenza dei confinanti.
non dico che gli stessi fatti, altrove, siano meno gravi, ma cribbio! almeno nei confini geografici e 'culturali' europei (confini politici esclusi) si potrebbe/dovrebbe evitare questo abominio!
Ho il sospetto che proseguire ad affrontare i problemi sempre allo stesso modo renda tutto vano, sta di fatto che la mentalità di una maggioranza dei politici attuali presenti nell'Est Europa, è ancora quella di 80anni fa; di contro le misure al contrasto sono volutamente palliative per necessità economica (leggasi: non ce ne frega un cazzo ma dobbiamo far vedere che ci importa).
RispondiEliminaeffettivamente sta di fatto che ogni pretesto è buono per ricorrere al pretesto che ogni stato è sovrano a casa sua e dall'altra parte è vero che sui diritti umani, in moltissimi di essi, c'è un incremento di cinismo e violazione oltre i limiti del sopportabile.
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