precorrendo un po' i tempi, rallentati dai capricci dei cinque stelle impegnati a cesellare domande marzulliane ai suoi (ex) elettori, si può dire che la meloni fa cappotto.
a meno che l'astuto drago tenga a bada anche lei, potrebbe finire che il controllo delle commissioni di garanzia andrà nelle mani di giorgia e non è poca cosa.
è infatti prassi istituzionale affidare la presidenza delle commissioni strategiche all'opposizione.
in particolare quelle di vigilanza, controllo e garanzia.
cosette tipo vigilanza rai e copasir (sull'operato del servizio segreto civile e di quello militare).
vedremo, intanto direi che si sia meritata il premio alla coerenza, in condivisione con la bonino, le uniche due a essere rimaste coerenti a se stesse nella vicenda che sta portando alla soluzione della crisi di governo che ci ha fatto vedere ogni genere di acrobazia e giravolta immaginabile e inimmaginabile.
illuminante l'assunto proferito dal neo europeista (ex sovranista): 'è un momento in cui il bene del paese deve superare l'interesse personale o partitico'.
finalmente parole chiare e sincere da cui evince (ma il sospetto era certezza) che in tutti questi anni ha preso (lui e quasi tutti gli altri) lo stipendio (e qualche bonus e mazzetta qua e la) appunto per interesse personale o partitico.
intanto che fa il pd?
boh?
dice che lavora a testa bassa per il futuro e ogni tanto si intesta qualche risultato rimasto orfano di contendenti.
sempre grazie al presidente Mattarella che con coraggio tira dritto e tanti auguri a Draghi per i prossimi mesi in cui fare da guida e da argine a un parlamento composto in buona parte da personalità minuscole afflitte da narcisismo e ottusa mitomania.
un periodo di quiete prima della tempesta che seguirà alla fine della legislatura che sempre il neo europeista ha già annunciato in un profetico monito: 'nessun veto, siamo a disposizione, dopo ricominceremo discutere e litigare, ora il paese ha bisogno di un governo'.
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