finalmente ci siamo liberati dell'attesa.
siamo ancora qui.
tutto gira come sempre, cioè male.
se qualcosa è cambiato, e lo è, della mutazione, tutt'altro che indolore, è svanito il ricordo.
ci guardiamo intorno, c'è chi ghigna, c'è chi è un po' deluso, chi non ci fa caso.
e i maya se la ridono, dopo tutti questi anni hanno fatto parlare di sè e mosso alcune menti verso pensieri che senza la loro profezia mai si sarebbero avventurate nella filosofia, nell'astronomia, nella storia, e in tante altre riflessioni sul perchè siamo qui? come sono questi tempi? cosa succede? dove stiamo andando?
da oggi, tutto può ricominciare così come ci piace, senza troppe domande, senza troppa attenzione, senza sentirsi la terra che scappa da sotto i piedi, senza voli pindarici, senza apocalitticismi e con una certa soddisfazione che deriva dalla (presunta) vittoria dell'intelligenza e della civiltà sulle profezie, l'occulto e il fantascientifico.
sì.
siamo solo noi che saremo capaci di distruggere il mondo, fatte fuori le superstizioni, rimbocchiamoci le maniche che c'è ancora (poco ma c'è) del lavoro da fare!
la prima parte del documentario è qui CLICK
provvisoriamente _ ironicamente _ fugacemente _ instabilmente _ cinicamente _ p a r a l l e l a m e n t e_click
.
(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia, mi soddisfa e tanto mi basta.
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bella o brutta che sia, mi soddisfa e tanto mi basta.
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sabato 20 ottobre 2012
venerdì 7 settembre 2012
la prima volta
potenzialmente fin dal primo rapporto potremmo generare quindi si può dire che dal quel giorno si è diventati genitori di chi sia nato dal nono mese in poi da quella data e allo stesso modo si passa a diventare nonni, teoricamente dopo una quindicina di anni da quella prima volta fatidica.
una progressione che può portare una persona che mediamente viva un'ottatina di anni a diventare stra_bis_ter_quater_penta_nonna/o a prescindere da che si sia o meno stati fertili e procreatori informati o ignari.
il nesso con la teoria "poetica" di Gibran, un po' a che vedere con questo discorso perchè entrambi i ragionamenti tendono verso un'interpretazione delle relazioni che tenta di andare oltre i canoni applicati e il preconcetto che per crescere un individuo egli debba necessariamente essere concepito e cresciuto in un contesto eterogeneo ma binario.
quello che in parte accomuna quella poesia al mio ideale è che ambedue i presupposti inducono a farsi corresponsabili a prescindere dalle scelte individualistiche e magari guardare bonariamente sia i figli degli altri e sia i loro nonni perchè, sia che lo vogliamo e sia che no, ognuno prima o poi, anche suo malgrado, verrà comunque interpretato o individuato come modello di riferimento per qualcun altro e finirà volente o dolente a ricoprire un ruolo tra quelli che rientrano nelle gerarchie famigliari di stampo classico.
sono poi le leggi, giuste o inique, a regolamentare l'insieme di norme e disposizioni per dirimere eventuali dissidi e problematiche, ma sul piano della morale sarebbe stato meglio partire con l'idea che la definizione "venire al mondo" illustra al meglio.
a un certo punto ci si concretizza in un contesto e si entra a far parte di quello, definire esattamente da chi si è stati originati e venire costretti a restare con loro spesso reca più svantaggi che benefici.
il 2027 sembra una data possibile a cui arrivare (sempre se i maja si sono sbagliati) a una situazione tale per cui a fare figli continueranno a pensare o a incappare via via le fasce sempre più povere e derelitte perchè chi invece potrebbe, ma ha gli strumenti per impedirlo, fa e farà di tutto per evitare di mettere al mondo "infelici" destinati a sopravvivere su un pianeta quasi o del tutto privo di risorse.
altra buona ragione per cercare di "trattare" nel miglior modo possibile chi c'è, senza badare troppo ai dati anagrafici o razziali e chissà che, facendo del nostro meglio, si sviluppi un'alternativa meno apocalittica di quella facilmente prevedibile, anzi in pratica alle porte.
una progressione che può portare una persona che mediamente viva un'ottatina di anni a diventare stra_bis_ter_quater_penta_nonna/o a prescindere da che si sia o meno stati fertili e procreatori informati o ignari.
il nesso con la teoria "poetica" di Gibran, un po' a che vedere con questo discorso perchè entrambi i ragionamenti tendono verso un'interpretazione delle relazioni che tenta di andare oltre i canoni applicati e il preconcetto che per crescere un individuo egli debba necessariamente essere concepito e cresciuto in un contesto eterogeneo ma binario.
quello che in parte accomuna quella poesia al mio ideale è che ambedue i presupposti inducono a farsi corresponsabili a prescindere dalle scelte individualistiche e magari guardare bonariamente sia i figli degli altri e sia i loro nonni perchè, sia che lo vogliamo e sia che no, ognuno prima o poi, anche suo malgrado, verrà comunque interpretato o individuato come modello di riferimento per qualcun altro e finirà volente o dolente a ricoprire un ruolo tra quelli che rientrano nelle gerarchie famigliari di stampo classico.
sono poi le leggi, giuste o inique, a regolamentare l'insieme di norme e disposizioni per dirimere eventuali dissidi e problematiche, ma sul piano della morale sarebbe stato meglio partire con l'idea che la definizione "venire al mondo" illustra al meglio.
a un certo punto ci si concretizza in un contesto e si entra a far parte di quello, definire esattamente da chi si è stati originati e venire costretti a restare con loro spesso reca più svantaggi che benefici.
il 2027 sembra una data possibile a cui arrivare (sempre se i maja si sono sbagliati) a una situazione tale per cui a fare figli continueranno a pensare o a incappare via via le fasce sempre più povere e derelitte perchè chi invece potrebbe, ma ha gli strumenti per impedirlo, fa e farà di tutto per evitare di mettere al mondo "infelici" destinati a sopravvivere su un pianeta quasi o del tutto privo di risorse.
altra buona ragione per cercare di "trattare" nel miglior modo possibile chi c'è, senza badare troppo ai dati anagrafici o razziali e chissà che, facendo del nostro meglio, si sviluppi un'alternativa meno apocalittica di quella facilmente prevedibile, anzi in pratica alle porte.
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