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lunedì 3 agosto 2020

ma se ghe pensu

ultimo atto... oggi alle 18.30 Mattarella inaugura il nuovo ponte San Giorgio, ultimato, il caso vuole proprio il 31 luglio (lo stesso giorno in cui fù ultimato il precedessore collaudato il 3 settembre dall'allora presidente Saragat).

tempi rispettati al secondo grazie alle maestranze che hanno lavorato notte e giorno in ogni condizione e nonostante il covid, ma se ghe pensu mi viene il magone e credo che tanti provino lo stesso.

la serie dedicata all'opera ideata dall'architetto Piano riprende dal post del dicembre scorso e finisce qui, senza altre parole e con il grigiore di una giornata nuvolosa fuori e dentro al cuore.

post precedenti: click

mercoledì 18 dicembre 2019

lieve ritardo

giustificato dalle piogge che di fatto hanno impedito per oltre un mese di muoversi sul territorio e di lavorare.
dunque si slitta da aprile a maggio, fosse anche giugno, andrebbe bene lo stesso.
purtroppo si segnalano almeno un paio di incidenti alle maestranze e qualche crepa è comparsa anche nell'iter burocratico, ma sono fiduciosa che a due anni dal crollo avremo un nuovo ponte e quindi rimando all'inaugurazione il post conclusivo sull'argomento (le tappe precedenti qui: click)

giovedì 19 settembre 2019

dietro al sipario

quel giorno, come tante altre persone, ho preferito restare distante dalle celebrazioni del primo anniversario che ha segnato anche la fine della massima attenzione dei media sul ponte e le sue vicende.
tuttavia dietro a quel sipario invisibile avvengono cose che fortunatamente sembrano continuare a marciare speditamente e indipendentemente dall'avvicendamento dei governi e dall'impazzimento dei suoi influencer...

link alle foto del cantiere: click

gli altri post: click

martedì 25 giugno 2019

28 giugno

è la data prevista per l'esplosione di quel che resta del ponte sul polcevera.

dal 14 agosto di un anno fa si è lavorato alacremente per rispettare la promessa di riaprirne uno nuovo entro il prossimo anno.

un'anomalia, una eccezione alla regola che vede sempre disattesi gli impegni presi dai governi di ogni colore.

ma io insisto nella cronaca, chissà che sia proprio questa attenzione a spaventare i governatori locali?

altri post sul ponte morandi (click)

silenziosamente

La società contemporanea teme il silenzio, sente la necessità di coprirlo, annullarlo, negarlo creando città rumorose, luoghi di ritrovo frastornanti, momenti di solitudine anch’essi fitti di suoni (il cellulare che squilla, la musica dell’iPod nelle orecchie...).

Forse perché spesso silenzio diventa sinonimo di solitudine, isolamento, vertigine di vuoto. Eppure una lunga tradizione, che affonda le sue radici in un tempo lontano, dice che è ricchezza e non mancanza, pienezza anziché vuoto, gioia piuttosto che tristezza, nascita invece di morte.

Oppure accidia (ovvero: indolenza, inerzia, negligenza, tedio, ansietà del cuore) una forma di torpore o, secondo la traduzione della parola greca da cui origina, uno stato di noncuranza (a=non e kedos=cura), una mancanza di affezione, un senso opprimente di vacuità accompagnato da una strana noia irrequieta e insoddisfatta che prende di mira in particolar modo le persone solitarie e le assale specialmente nelle ore del mezzogiorno… continua a leggere

Henry Miller su Anais Nin

Sei così pronta, così intelligente.
Ma non mi fido della tua intelligenza.
Tu crei uno schema meraviglioso, tutto è al suo posto, e sembra chiaro in un modo assolutamente convincente, troppo chiaro.
E intanto, dove sei tu?
Non sulla chiara superficie delle tue idee, no, tu ti sei già tuffata più a fondo, in regioni più oscure, così uno pensa che tu gli abbia dato tutti i tuoi pensieri, ma lo immagina soltanto che tu ti sia svuotata in quella chiarezza.
Invece ci sono strati e strati - sei senza fondo, insondabile.
La tua chiarezza è ingannevole.
Sei la pensatrice che suscita in me più dubbi, più confusione, più turbamento.

epicuro

La carne non ammette limiti nel piacere, e il tempo che serve a procurarle tale piacere è anch'esso senza limiti. Ma il pensiero che ha appreso a ragionare intorno al fine e al limite di ciò ch'è pertinente alla carne, e che ha soppresso il timore dell'eternità, ci rende possibile una vita perfetta, per cui non sentiamo più l'esigenza di un tempo infinito: esso non rifugge dal piacere ne, quando le circostanze ci portano al momento di uscire dalla vita, può dire di andarsene avendo tralasciato qualcosa di ciò che rende questa ottima.