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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

martedì 14 giugno 2011

"La pista di ghiaccio", Quando il cielo, fa paura



11 giugno

Ero seduto fuori ad un tavolo
Guardavo la gente passare
E' una cosa che mi piace molto
Ha una sua filosofia questa cosa
L'ho trovata di recente in due romanzi
Uno di Ugo Cornia, l'altro di Murakami
Ma non è tanto questo
Avevo un libro sulle ginocchia
a cui non prestavo gran caso
Una goccia che cade sulla pagina
grossa come l'indice puntato
di una premonizione improvvida
Una sola che cade e stà li fferma
Che poi sembra guardarti e dirti ambè?
Il cielo sollevato si abbassava
in una teoria di blu minacciosi
Alzai lo sguardo nell'attimo che
la goccia passava davanti ai miei occhi
e schiantava come un uccello morto
Tutto qui. Un colpo d'acqua senza requie
Nient'altro, oltre quel blu tremendo
Poi venne giu un acquazzone tropicale
e mi alzai di corsa chiudendo
quella prima goccia tra le pagine
Un'annunciazione, come ne hai nella vita
Non sai mai niente di quel che verrà
Poi una, il giorno dopo mi dirà
"Avrei voluto un figlio da te"
Una che ha preferito non stare con te
Ero corso dentro la stazione con il libro in mano
Sotto la tettoia guardavo i treni fermi
la gente trafelata, i volti dietro i finestrini
Una voce annuncia un ritardo dagli autoparlanti
E' ora. C'è la tempesta.
Il cielo avrà uno spiraglio.
Fà paura

Parole scritte in fretta, subito, in un taccuino. Piu con l'intento di raccogliere sensazioni che potessero poi ricordarmi la situazione emotiva e scenografica.

Mi venne in mente poi di guardare quella pagina del libro dov'era caduta la goccia.
C'era scritto cosi:
"...pensai, prima che nessuno mi dicesse niente, che era accaduto qualcosa di grave nel paese. Le strade erano luminose, come le strade che si identificano a volte, con l'infanzia, e sebbene quella fosse un'estate calda, il mattino era fresco, con l'aspetto di una cosa appena fatta, che si trasmetteva alle case, ai marciapiedi lastricati, ai rumori distanti ma perfettamente riconoscibili (diciamo che la goccia era caduta in questo punto qua)
Poi sentii la notizia alla radio e piu tardi nessuno parlava d'altro, il mistero, lo stato di sospensione della realtà svani poco a poco. Cosi, nello stesso modo, nei quattro o cinque giorni che precedettero il mio ritrovamento del cadavere, furono giorni atipici, non un susseguirsi di frammenti e ore, ma blocchi solidi, dominati da una sola luce ossessiva: la volontà di restare fermi a qualsiasi costo, senza sentire, senza vedere, senza pronunciare il piu lieve gemito."


Non so interpretare quelle parole, quale significato e messaggio possano trasmettermi con esattezza. Una morte, una sospensione della realtà è quel che piu mi accorda. Una morte simbolica, la fine di una storia. Quel bambino forse, che sarebbe stato possibile. Poi la sospensione della realtà, che è una condizione a cui sono attratto, una dimensione della mente che mi affascina.

Il libro è "La pista di ghiaccio" , di Roberto Bolano, per la Sellerio

6 commenti:

  1. adesso non vorrei vantarmi ma sai che anche io alle volte quando sono da solo fuori casa scrivo sensazioni colori e azioni che mi passano intorno? Buongiorno teti referendaria

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  2. AMOON
    Buongiorno Amoon:)
    rispondo io per via dei saluti, ma il post è di SIMURGH.
    approfitto per evidenziarlo:))
    a me piacerebbe "appuntare" ma sono dispersiva, e in più essendo una "visiva" appunto immagini, insomma nella descrizione dettagliata è lui l'esperto:))
    io vagheggio e fluttuo:))

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  3. Cercare di trovare un senso, una spiegazione alle cose, par che sia un bisogno atavico dell'uomo, che da sempre interpella magia e interpretazioni esoteriche, insomma cerca di capire. Si procede per intuizioni e casualità successive. Stai la ad aspettare e intanto la testa fa le sue congetture. Il libro è un caso, come pure la goccia e anche la tipa. La goccia cade su una descrizione dice di una sensazione di straneamento, di una realtà percepita come sospesa. La stessa che avevo anch'io. Ma per me è una cosa usuale, nel senso che la cerco. Non sono neanche preciso nel descrivere, non mi pare. Scrivo quello che sul momento mi colpisce o che magari m'invento, chissà. Poi mi piace questa cosa di guardare la gente, ma su questo ci torno sù.
    Chissà perchè ho scritto adesso sta cosa, chissà? A me non dice niente

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  4. 11 giugno, un po' vago___ intanto di che anno?
    che poi non fa quella gran differenza perchè faccio fatica a ricordare anche l'ultimo.
    dunque diciamo che intorno alla mattinata ero in treno tra bologna e roma, ricordo che il tempo era bello, a firenze pioveva. anche adesso piove ma stamattina era bello.
    avevo cose da fare oggi, ecco quello lo penso tanto. alle cose che dovrei fare, quelle poche che centellino e faccio decantare per averne sempre una da parte.
    che invece se le facessi subito non ne avrei e resterei giorni che potrei dire che non ho niente da fare.
    invece anche se è vero che non faccio niente penso che invece ci sia qualcosa che poi viene tardi a farlo dopo.
    però oggi non avevo voglia di uscire, e così domani vedrò se trovo lo spirito.
    ora vado che mi abbatto a fare questi ragionamenti tra il prima dinamico e frenetico e l'adesso che è quel che è e non sempre ne sono proprio felice, anche se almeno sto nel silenzio che invece perderei se fossi altrove e che mi stanca di più del mio pensare alle mie 7 più o meno 2 cose che ho nel cuore.

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  5. Buongiorno teti e a chi a scritto il post allora :)

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