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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

lunedì 16 gennaio 2017

maledetta primavera

era il 15 marzo 2011 quando si levarono i primi moti, poi i morti, le bombe, le tende i barconi e ancora morti per mare, per terra, ma altrove sebbene con lo stesso destino di chi è restato.
i profughi siriani sono diventati simbolo dell'emigrazione per guerra, per fame, per povertà, per condizioni ambientali, religione, diritti e tutte le altre innumerevoli ragioni che si possono trovare mettendo insieme un gran numero di persone, ciascuna con il suo sogno, la sua aspirazione, il suo ideale e su tutto lo stesso istinto di sopravvivenza che le accomuna e al tempo stesso le mette una contro l'altra.
il susseguirsi delle stagioni e l'incalzare dell'inverno, che ogni anno sembra più freddo del precedente:
2012
2013
2014
2015
2016
e siamo al settimo, il gelo si allarga perché sono sempre di più i campi profughi e sempre maggiore il numero di chi li affolla.





una cosa stenta a mutare, anzi resta sempre uguale, anche se in effetti a pensarci meglio cresce col crescere dei rifugiati ed è l'indifferenza colpevole dei mandanti, degli esecutori e di quelli che speculano e sciacallano.
oltre 65 milioni di profughi nel mondo (fonte), (stranamente lo stesso numero di europei immigrati in America dal 1820 al 1930) e definire esattamente quanti siano quelli attualmente 'alloggiati' nel nulla è impossibile, ma ci si può provare attraverso una ricerca certosina <qui>.
una cosa certa è la sensazione di vergogna che mi prende guardando e pensando alle condizioni in cui sono costretti.
la somiglianza con altre immagini e realtà disgustose e terribili che nessuno vorrebbe rivedere e rivivere e invece scorrono davanti agli occhi ogni giorno.
forse collegare i campi profughi di oggi ai lager nazisti è eccessivo, ma l'associazione con la vicenda degli esuli spagnoli nella Francia del '39 già è meno scandalosa se il pensiero và alla vicenda di Calais.
e poi ci sono quelli che hanno dimenticato e adesso voltano la faccia dall'altra parte, eppure son passati solo sessant'anni e chissà quanti ungheresi di allora sono ancora vivi e vegeti.
sì, la storia delle migrazioni è affascinante, viverla lo è molto, ma molto, meno.

2 commenti:

  1. spesso mi chiedo se anche queste cifre e queste attenzioni siano in fondo lì a rimarcare un concetto, che le politiche sull'immigrazione hanno fallito, e sembra un po' di sentire il mio collega ciccione che da anni passa il tempo a dire che si metterà a dieta, si lamenta degli effetti del suo cibarsi casuale ma di fatto non fa null'altro che lamentarsi, vedendo la sua salute peggiorare. Potrei dire lo stesso per la questione camorra e affini, che si trascina da oltre un secolo, corre e ricorre ma non si risolve. A questo punto sarebbe più coerente dire 'ci arrendiamo'... in fondo quelli che vinceranno sono loro, i profughi, gli emigrati, che lasciano una situazione peggiore per un miglioramento futuro. L'emigrazione italiana insegna, dove sarebbero adesso se fossero rimasti nelle terre natie?

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    1. a volte penso all'intera umanità come a un singolo soggetto e lo vedo malato, intaccato da più patologie.
      se agisci su una interferisci sull'altra, se tenti di guarirne una ne spunta un'altra.
      intanto lentamente si perdono le forze fino a giungere all'agonia che porta alla morte.
      ecco, diciamo che l'umanità è nel pre agonia...

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