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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

venerdì 31 gennaio 2020

la città incerta

cosa rende così 'confondibile' uno spazio con un altro posto in tutt'altro luogo?
che sia un mondo geneticamente simile al nostro oppure uno spiazzo inatteso al di là di un tornante, la vibrazione dei sensi si accorda, oppure stride, con quanto viene percepito e memorizzato.
come un'orma dopo una nevicata, quando il manto comincia a sciogliersi proprio in quel punto e torna a farsi riconoscere.
come la fotografia di un luogo mai visto che sentiamo come fosse casa o un libro* che racconta i tuoi pensieri meglio di quanto tu stessa sia capace di fare.
un'invisibile consistenza percettiva che capita svanisca all'istante, molti la ritrovano, altri si perdono alla ricerca di una traccia diversa; fisicamente posti all'interno di un contesto abituale da cui sono emotivamente distanti.

due (e suoi multipli) piani paralleli e ci stà.
dicevano che vi fosse una città dove imparare a 'gestire' le reti di piani paralleli tra esseri che già mal sopportano le piccole discrepanze culturali, anche se la gran parte preferisce restare fisicamente in compagnia di chi si presta a interpretare i personaggi che scorrono nel proprio film mentale.
ci sono stata. è un gran via vai di gente in quartieri diversi tra loro, per esempio il mio immaginato è spoglio e deserto.
una dimensione particolare in cui tutto sembra predisposto all'inganno dei sensi.
fuori dal perimetro delle quattro mura di pietra con il pavimento di legno e un soffitto di travi, tutto è possibile.
salire in corriera e arrivare in città oppure trovarsi a varcare il confine senza averlo deciso o programmato e impossibilitata a rientrare.
intanto qualcuno ti parla o, peggio, ti telefona e il cervello in cuffia è rintronato, ma rispondi a proposito, fissi anche un appuntamento e pari cordiale.
bene tutto questo sparisce appena si interrompe la comunicazione, mai avvenuto.
nella città incerta insegnano che in quei casi si risponde: 'scusa mi richiami tu più tardi?'
mai, dicono: 'mai! dire ti richiamo'.
e poi scrivere tutto anche quando trovi i foglietti in tasca e neanche capisci cosa e chi li ha scritti.
su tutto il resto sono incerti anche i professori dell'incerto ateneo.
ma io preferisco visitare con occhi diversi più di visitare luoghi diversi.
cerco un disequilibrio stabile, mediano invece di parallelo o almeno questo è quanto ricordo più spesso di aver pensato.
poi svolto il vicolo e sono attratta dall'allontanarmi quanto più è possibile da tutto, me compresa e mi appaiono sullo sfondo le alpi svizzere con in primo piano la cassiera della coop che fa scorrere la spesa che mi appresto a pagare in stato di trance.
a volte le strade della città incerta sembrano quelle di roma piene di buche.
te ne vai in giro tranquilla e inciampi in un meteorite precipitato dalla realtà fisica in quella metafisica.
i residenti sono incerti ma propendono nel sostenere che sia identico anche per loro, hanno solo smesso di farci caso.

* teresa degli oracoli di arianna cecconi
(...) 'Questa è una storia di cose invisibili, di profezie e oracoli casalinghi, di libertà e del caso, della difficoltà di decidere, di scegliere, di amare, di crescere e di morire. E' una storia di famiglia, una storia di silenzi, di segni e della difficoltà di interpretarli. (pag 9)

2 commenti:

  1. piani paralleli... ecco.
    Mi hanno consigliato la lettura di un libro che nelle aspettative è interessante, ma che trovo molto tosto da leggere:
    Il potere dell'adesso di Eckhart Tolle.. ho accettato la sfida... l'ho trovato in rete (ovviamente gratis) e pure in audiolibro su youtube... chissà che non riesca a mettere ordine in queste visioni che narri e che spesso ritrovo nelle mie giornate.

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    1. un po' come se avessi scelto l'inghilterra... visto che triste quando hanno tolto la bandiera?

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