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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

venerdì 1 maggio 2020

oroval

volaor, lorova, ravolo.. com'era?
ah, lavoro!
quel concetto che vale anche quando manca.
lo sa bene chi vive senza eppur tiene a mantenere l'abitudine di fare e pensare come praticasse il migliore del mondo.
per molti è importante per lo stipendio, per altri lo scopo è ottenere il proprio massimo profitto dalla fatica degli altri, per più di qualcuno è un miraggio, per gli artisti un'ideale attraverso cui realizzare almeno una parte di sè e poi tante altre declinazioni intorno a quel fare che, come è stato sancito è un
tritido, dritoti, rittodi... com'era?
ah, diritto!
come saulte, lauste, tuesla... com'era? ah, la salute!
capolavoro, frutto dell'eccelso ingegno di menti illustri, unire i due diritti e farne una condanna letale tra le due prime fasi del famigerato covid 19.
reimmettere al lavoro più di quattro milioni di persone tenute in quarantena con parenti infetti, senza uno straccio di test, ma con la app che quando suona la sirena di fine turno e sei nei pressi di casa ti segnala che stai per entrare in un'area compromessa.
e dove vai?
la app.
per avere un pin dall'inps ci vuole un miracolo consegnato da un messo comunale in costume d'epoca rinascimentale, ma come si può pensare che davvero?
insomma, voglio dire, meglio alzarsi la mattina e lavorare davvero.
progettare il proprio futuro, decidere e agire.
può sembrare difficile, impossibile, ma perché aspettare che ti cada dal cielo è una cosa sensata?
avevamo capito che il virus fosse arrivato anche per le scelte umane e siamo rimasti per settimane contriti e attoniti, poi ci siamo scocciati e adesso ben vengano le gabbie di plexiglas per ogni dove, le docce igienizzanti spruzzate per ogni dove, l'uso massiccio di materiali usa e getta per ogni dove, dai marciapiedi ai prati, l'incremento del traffico su gomma, privato e pubblico, per ogni dove per andare a fare tutto quello da cui sarebbe meglio distanziarci.
dunque festeggiamo in fretta che tempo quattordici/venti giorni siamo punto e a capo perché da quanto ho avuto modo di vedere in una breve sortita cittadina, ci siamo tutti già belle e scordati la paura e la speranza, le buone intenzioni e pure il buon senso di mantenere almeno quel minimo di attenzione e decenza.

6 commenti:

  1. eh finiti i tempi dei comizi di Lama e Nenni... oggi Willy Peyote distanziamento sociale e via... grandi conquiste sindacali!!!

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    1. per come vanno le cose tanto vale chiamarla festa della schiavitù

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    2. giusto a proposito... schiavi del tempo di Ivan Petruzzi. Lettura interessante

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    3. grazie, quando passo in libreria gli do un'occhiata

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  2. Eh sì. Ci scordiamo sempre tutto troppo in fretta.

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    1. pare che l'oblio sia arrivato addirittura prima che fosse passato l'effetto...

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