viviamo l'era delle previsioni confuse, anzi quasi mai azzeccate, su temi che necessiterebbero invece quantomeno una condivisione univoca di intenti e rimedi invece di brancolare nel tentativo di dipanare un caos impastato di scemenze miste a ignoranza e malafede.
questo post l'ho iniziato così lo scorso 27 febbraio e poi lasciato lì, ma nel frattempo è cambiato poco o niente quindi tanto vale finirlo.
siamo alla vigilia della riapertura calcolata, diciamo un passo prima della prossima ondata che sicuramente si abbatterà.
il flusso è ondivago: ci sono quelli che stanno per l'apri, apri che, misteriosamente, quando i contagi inevitabilmente salgono sbraitano che non si doveva fare; poi ci sono quelli che comunque si decida di fare sono sempre contro a prescindere e quelli che 'comunque bisogna rispettare le regole' però appena si riapre corrono a frotte ad assembrarsi come formiche nel formicaio quando piove.
praticare la via di mezzo, applicare una giusta prudenza, evitare esagerazioni e azzardi pare impossibile.
eppure guardando cosa succede in giro per il mondo si capisce subito come sia l'andazzo.
di come andrà in Israele, ne riparliamo tra un mesetto, intanto, vaccini o non vaccini, il sali e scendi dipende unicamente dal distanziamento, segno che il virus mutante circola, anzi dilaga.
che l'ordine sia aprire oppure quello di chiudere se manca l'introiezione degli insegnamenti che abbiamo appreso nei mesi scorsi saremo di nuovo punto e a capo ancor prima che scocchi l'estate.
qualcuno allora dirà che la colpa sarà della temuta variante brasiliana o chissà quale altra, ma se il rimedio più efficace è e resta sempre e solo stare distanti facciamolo!
ci sono tante cose da fare nel tempo libero più intelligenti di un aperitivo in centro.
tanti posti dove andare invece che a vedere le vetrine di negozi troppo cari per le nostre tasche.
già troppe occasioni di incontri ravvicinati per organizzare feste e cenoni in cui sputacchiarsi in faccia patatine e virus.
insomma mi resta solo la prossima settimana per godermi la pacchia della città 'vivibile', le code che durano poco, gli autobus con i sedili mezzi vuoti, la passeggiata sul lungo mare deserto e i marciapiedi poco trafficati prima che si scateni l'inferno.
I negozi, soprattutto le grandi catene proseguono a fare offerte e promozioni acchiappa [citrulli] clienti, occasioni per affollarsi in cerca di prezzi imperdibili, ma in realtà perdibilissimi... chiaramente la mentalità non cambia, da nessuna delle due parti.
RispondiEliminain effetti ad aver dei soldi in questo periodo ti puoi comprare di tutto con due lire, tranne verdura, frutta e tutto quello che serve per sopravvivere...
Elimina