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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

venerdì 4 giugno 2021

effetto panning

o pedone vago 


eppure, ci dicono, siamo quasi fuori (e in qualche modo lo siamo, almeno temporaneamente), eppure tutta sta felicità collettiva non la noto, né in giro, né tanto meno in me stessa, anzi.

dentro me torna a risaltare il limite di una condizione che se pur migliorata resta distante dalla normalità e assomiglia di più a quella di chi patisce disabilità ed esclusione in perfetta solitudine.

sono abituata a domare questi cedimenti psicologici, ad accoglierne la comparsa, ad ascoltarne le lamentazioni e poi 'tirare dritto'.

riprendere fiato sulle panchine, rallentare il passo, fermarmi a studiare il percorso come avessi perso la strada girando il capo ora da un lato ora dall'altro incerta su quale preferire, arrancare sui gradini, trascinare il trolley come fosse un barboncino che a volte prende un calcio da un passante distratto che mi guarda come se il suo inciampo fosse colpa mia mentre il suo inatteso pestone mi strappa la schiena.

mentre le vie delle città viste dall'alto sembrano come il time-lapse dell'attività delle formiche intorno al formicaio di giorno in giorno sempre più accelerato, ogni tanto se ne vede qualcuna che invece si muove in slow-motion e tra quelle una sono io.

con la mente già alla meta e con il corpo ancora lontano da quella.

a volte ci vogliono giorni, addirittura settimane, per cancellare dalla lista qualcosa che è rimasto indietro nel programma e così via tutto un susseguirsi di eventi in perenne ritardo, sorpassati da qualcosa di più impellente o imprescindibile che ruba tutto il tempo senza lasciarne un po' per il mero piacere di concedersi il lusso di uno svago.

quella mezza giornata al mare che fa scaturire sotto traccia il senso di colpa e il timore che a concedemerlo mi venga poi a mancare il tempo e l'energia per qualche dovere che sento dovuto alla cura degli altri.

cedo al compromesso, lunedì ho una visita a nervi... vedrò di approfittarne.

sfiga vuole che le previsioni diano pioggia, ma potrebbero sbagliare, oppure confermare che debba continuare a fare senza.

4 commenti:

  1. per fortuna non si vede in giro tanta allegria, vuol dire forse l'esperienza precedente ci ha reso un poco più prudenti.
    regalarti una mezza giornata al mare credo sia più salutare che assolvere a qualunque dovere (visite mediche a parte)
    massimolegnani

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  2. mi sa che più che altro ci ha reso più poveri... chi già traballava probabilmente sta per affondare... ma credo che l'impressione sia diversa per chi frequenta ambienti più 'abbienti' dove immagino l'ottimismo e l'entusiasmo sia decisamente maggiore...

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  3. mah verrebbe da chiedersi se sull'albero di teti sia utile far crescere qualche frutto dell'egoismo... sul resto, sulla ripresa intendo, sto ancora indagando

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  4. mah! ormai faccio parte delle generazioni che al più assistono un po' sbigottite e un po' con sgomento all'evolversi.
    il mio livello di partecipazione resta quello dei tempi da zona rossa, con la differenza che adesso tornano a guardarmi come una aliena scansafatiche...
    purtroppo il secondo volume del manuale 'far finta di essere sani' è sempre in attesa di essere dato alle stampe e il primo ha fatto il suo tempo:(

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