.
(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

sabato 14 marzo 2020

com'è come non è

forse lo sapremo a fine anno leggendo e interpretando, ciascuno dal suo punto di vista, i dati che verranno raccolti, analizzati, codificati e 'arrangiati' alla bellemeglio a seconda della convenienza del momento.

il mio primo grande spavento fu la mattina del 26 aprile 1986, o forse qualche giorno dopo, comunque non appena giunse la notizia dell'esplosione della centrale nucleare di Chernobyl.


avevo mio figlio che aveva da pochi giorni compiuto un anno e in quel momento decisi che sarebbe rimasto l'unico, per tanti motivi, ma su tutti la certezza che le prospettive erano così buie che niente avrebbe mai potuto convincermi che da quel momento dare la vita avrebbe avuto senso.


erano altri tempi, le notizie viaggiavano col contagocce una volta depurate e 'addomesticate'.


foto e reportage censurati, così nessuno sapeva esattamente come regolarsi.
il caso vuole che anche allora il lodigiano fosse il territorio più colpito con l'agricoltura in ginocchio e lo stesso per i latticini.


il numero delle vittime totali non fu mai reso noto perché la maggior parte dei decessi fu successiva e probabilmente ancora in atto. il fatto è che da allora aumentarono i tumori soprattuto legati alla tiroide, ma nonostante gli studi effettuati anche in seguito, i dati sono ignoti.


al momento quel che resta è ingabbiato in una mega struttura predisposta per resistere un centinaio di anni (cioè fino al 2116) e le autorità stanno pensando di realizzare un sito turistico in barba alla foresta rossa, ai livelli di radioattività al pericolo che il contenuto della moderna struttura imploda su quel che resta (come si è certi stia per accadere e cioè entro il 2023) facendo presagire un disastro ancora peggiore dell'esplosione originaria.
nel 2011 ci fu Fukushima e anche lì gran mistero sui numeri del post disastro perché, quando è possibile, è sempre meglio far finta di niente, minimizzare, passare oltre.
a dare una mano i nuovi media che elaborano le tragedie in tempi sempre più ristretti per passare come niente fosse alla successiva sciagura che certamente sta già accadendo altrove.
e così gli spaventi diventano sempre più piccoli e indolori che quasi nemmeno te ne accorgi e fai proprio fatica a credere che ne esista uno 'reale'.
l'istinto ti porta a negarne l'esistenza, a considerarlo un falso allarme e comunque attribuirne la 'colpa' a un nemico ignorante, stupido, cattivo, spietato da sconfiggere con le sue stesse armi.
nel caso del covid19 la cosa si complica per tanti motivi, intanto il nemico è 'spontaneo', imprevisto e senza cause apparenti o direttamente connesse all'attività e/o volontà umana.
ma ne siamo davvero così sicuri?
(un paio di letture interessanti e inquientanti... una e due).
questa volta lo spavento è diverso, una disincantata certezza che com'è come non è le conseguenze saranno imprevedibili perché tenute sotto controllo da chi è privo del minimo barlume di lucidità e competenza ma soprattutto dell'onestà di motivare l'evidente intenzione di uscirne approfittandone.
purtroppo, si dirà, gli anziani, i più deboli, i senza tetto se la passeranno così male da essere decimati per colpa di nessuno o del virus.
consiglio a tutti di pensare che gli stessi verranno rimpiazzati da altrettanti (o forse ancor di più) 'sfortunati' e quindi che cambia?
cosa sarà utile a migliorare il presente dopo che avremo tirato la somma delle perdite e dei danni se l'obiettivo è tornare come prima?




6 commenti:

  1. una lettura angosciante che fa presagire un peggio in arrivo di proporzioni difficilmente concepibili...
    a questo punto la citazione vien d'obbligo:
    chi vuol esser lieto sia, del doman non v'è certezza

    ps. era Medea :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. sì, infatti, com'è e come non è sta di fatto che si preannuncia una ecatombe di portata del tutto analoga a una bomba atomica sfuggita di mano.
      che la si pensi come il boris inglese (intenzionato a quanto pare a far sfogare il virus senza opporre resistenza) o come da noi (tenacemente impegnati a reagire) o ancora come il putin di turno (e gli altri che negano il problema) ormai la frittata è fatta.
      panico totale e cervelli fritti.

      Elimina
  2. Risposte
    1. ieri leggevo che ne avremo fino alla primavera del 2021... del resto se ognuno procede come gli pare... (parlo dell'europa)

      Elimina
    2. ecco ho poi deciso di spostare qui il pistolotto a commento del tuo post sugli starnuti, eccolo:

      occorre fare scelte coerenti e portarle fino in fondo.
      il 28 marzo le bimbe mi hanno attaccato una semplice raffreddatura che essendo immunodepressa e affetta da sinusite cronica si è subito trasformata in un blocco delle vie respiratorie con tosse e raffreddore curati col sistema di sempre, cioè niente.
      l'unica uscita il 5 marzo per gli esami preoperatori di un intervento programmato per il 21 aprile e che dubito mi faranno.
      al ritorno 38,5 (per stanchezza)
      ho tenuto un diario dettagliato e sono rimasta isolata (come del resto sono sempre) ho ancora testa e naso congestionati e tosse.
      lo stesso mi era successo nel 2007 e avevo perso gusto e olfatto, questa volta ho un udito ridotto del 60%, ma conto di recuperare.
      vivo in un borgo di 50 persone e scambio un veloce saluto con il 10%... obiettivamente è pensabile che se anche ci fosse in giro la peste mi schiverebbe per pietà.
      io comunque evito perfino di toccare il corrimano delle scale che mi bastano e avanzano i miei guai e vorrei evitare che a qualcuno scappasse lo starnuto e mi venisse a cercare:)

      Elimina