.
Quando cerchiamo una nuova sistemazione, sia una casa o sia un ufficio a un certo punto incontriamo la soluzione giusta.
Davanti ai nostri occhi appare l'immagine distinta di come il luogo potrà diventare una volta sistemato e, senza alcuno sforzo, riusciamo a vederci e a sentirci come se fossimo già padroni di quello spazio.
Alla seconda visita inizia una leggera titubanza... gli ambienti sembrano contrarsi, dilatarsi, assumere forme, dimensioni e proporzioni sempre diverse da quella prima volta e spesso a questo momento di panico fa seguito una telefonata all'amico architetto che, nel nostro immaginario si prenderà cura di noi, dei nostri muri, capirà i nostri gusti e le nostre esigenze, risolverà tutti i nostri problemi.
Basterà raccontargli la sensazione di quella prima volta... basterebbe e invece non basta. Le cose sulla carta sono sempre perfette, dal vero mai. Tanto vale cercare di fare il proprio meglio e accettare l'idea che alla fine se qualcosa non va, forse è perchè nel frattempo sono passati i mesi, si è sotto stress per il momento del trasloco, che da una parte si vorrebbe subito e dall'altra il più tardi possibile, insomma ad accettare che ci si trova in uno stato d'animo diverso e in parte già rinnovato dalla relazione che abbiamo intrapreso con il nuovo habitat.
Questa è la storia di un'amica che, per salvaguardare la sua privacy, chiamerò "Accomodata" per via che un giorno, l'impresario dell'impresa di ristrutturazione, usò quel termine per significare che stesse comoda, che non si scomodasse a fare un non so che. L'espressione che fece fu così comica che, con il suo consenso, da quel giorno diventò la signora Accomodata.
In un pomeriggio uggioso all'inizio dell'estate visito il sito. Entro, faccio qualche scatto e Accomodata: "L'ho già fatta io, eccola!" e mi mette sotto il naso una foto.
.
.
Ritagli di giornale va bene.
Ma... non era una pagina di qualche rivista di arredamento era davvero la foto della sua visione di quello spazio!
Come l'ho invidiata! Pensando a tutte le volte che mi sono sentita dire se avevo delle foto del prima e del dopo... qualche immagine che rendesse la qualità di un intervento feng-shui e quante volte ho risposto che le foto, al pari di un'immagine riflessa hanno il limite di non riuscire a fissare l'energia che anima lo spazio rendendo solo in parte la sensazione vissuta dal vero. L'avessi conosciuta da subito, Accomodata!!!
Appena mi riprendo dalla sorpresa e lo stupore per quella dote così speciale le spiego che gli arredi sono importanti ma l'atmosfera che vuole creare necessita di tanto altro che va fatto prima. A partire dai muri. "Ok - conclude Accomodata - ho capito cosa vuoi dire... che adesso è così e tu per ora mi aiuti fino a qui"
.
Quando si dice avere una chiara visione delle cose!
To be continued :-)
.
.
.
.
Quando cerchiamo una nuova sistemazione, sia una casa o sia un ufficio a un certo punto incontriamo la soluzione giusta.
Davanti ai nostri occhi appare l'immagine distinta di come il luogo potrà diventare una volta sistemato e, senza alcuno sforzo, riusciamo a vederci e a sentirci come se fossimo già padroni di quello spazio.
Alla seconda visita inizia una leggera titubanza... gli ambienti sembrano contrarsi, dilatarsi, assumere forme, dimensioni e proporzioni sempre diverse da quella prima volta e spesso a questo momento di panico fa seguito una telefonata all'amico architetto che, nel nostro immaginario si prenderà cura di noi, dei nostri muri, capirà i nostri gusti e le nostre esigenze, risolverà tutti i nostri problemi.
Basterà raccontargli la sensazione di quella prima volta... basterebbe e invece non basta. Le cose sulla carta sono sempre perfette, dal vero mai. Tanto vale cercare di fare il proprio meglio e accettare l'idea che alla fine se qualcosa non va, forse è perchè nel frattempo sono passati i mesi, si è sotto stress per il momento del trasloco, che da una parte si vorrebbe subito e dall'altra il più tardi possibile, insomma ad accettare che ci si trova in uno stato d'animo diverso e in parte già rinnovato dalla relazione che abbiamo intrapreso con il nuovo habitat.
Questa è la storia di un'amica che, per salvaguardare la sua privacy, chiamerò "Accomodata" per via che un giorno, l'impresario dell'impresa di ristrutturazione, usò quel termine per significare che stesse comoda, che non si scomodasse a fare un non so che. L'espressione che fece fu così comica che, con il suo consenso, da quel giorno diventò la signora Accomodata.
In un pomeriggio uggioso all'inizio dell'estate visito il sito. Entro, faccio qualche scatto e Accomodata: "L'ho già fatta io, eccola!" e mi mette sotto il naso una foto.
.
.
Ritagli di giornale va bene.
Ma... non era una pagina di qualche rivista di arredamento era davvero la foto della sua visione di quello spazio!
Come l'ho invidiata! Pensando a tutte le volte che mi sono sentita dire se avevo delle foto del prima e del dopo... qualche immagine che rendesse la qualità di un intervento feng-shui e quante volte ho risposto che le foto, al pari di un'immagine riflessa hanno il limite di non riuscire a fissare l'energia che anima lo spazio rendendo solo in parte la sensazione vissuta dal vero. L'avessi conosciuta da subito, Accomodata!!!
Appena mi riprendo dalla sorpresa e lo stupore per quella dote così speciale le spiego che gli arredi sono importanti ma l'atmosfera che vuole creare necessita di tanto altro che va fatto prima. A partire dai muri. "Ok - conclude Accomodata - ho capito cosa vuoi dire... che adesso è così e tu per ora mi aiuti fino a qui"
.
Quando si dice avere una chiara visione delle cose!
To be continued :-)
.
.
.
Nessun commento:
Posta un commento