.
(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

giovedì 27 febbraio 2014

labbra invisibili



è da poco uscito Cave_man, l'album d'esordio di Above The Tree con il Drum Ensemble Du Beat, ma ho preferito inserire questo brano suonato con E-side, perché è meno cupo.
Marco Bernacchia è solo uno degli artisti che si esibiscono mascherati.
è un vezzo che, periodicamente, si riaffaccia sulle scene a prescindere dal genere musicale o dall'appartenenza/vicinanza a tematiche di vario genere.
ci sono le politicizzate Pussy Riot, il dj, fotografo e polistrumentista italiano The Blody Beetroots, che ha cantato in coppia con Raphael Gualazzi al festival, il duo robotico francese dei Daft Punk e così via.
(una raccolta particolarmente dettagliata del fenomeno, dalle sue origini ad oggi, la si può trovare sul blog guylumbardot).



mi piacerebbe indagare sui motivi per cui un artista operi questo tipo di scelta che, all'apparenza, suona come uno stratagemma per attrarre il pubblico con il fascino del mistero, ma preferisco pensare che sia una sorta di ribellione nei confronti dell'invadente onnipresenza che i media esercitano nei confronti di chi gode di un minimo di notorietà.
rendersi riconoscibili, anche senza metterci la faccia, con il rischio di perderla, sarebbe un bell'esercizio anche per i trasformisti che abitano le camere parlamentari.
in alternativa, seguire la moda e mascherarsi porterebbe il vantaggio di cambiare poltrona senza dare troppo nell'occhio, senza forzatamente aspettare che sia di nuovo carnevale.

martedì 25 febbraio 2014

secondo matteo

DomandaNoio... volevam... volevàn savoir... 
... per andare dove dobbiamo andare, per dove dobbiamo andare?
Rispostauno scilinguagnolo che, come una scirignata e senza scialagogo, sciorinando agli scioperati senatori spaparanzati e già sdamati, sdilinquiscescartavetra, sciacallaggia, sciabordando lo sproloquio e spernacchiando a destra e a manca.

lunedì 24 febbraio 2014

Smeriglia



la serie inizia con l'arrivo dello stagista in una canonica e prosegue con gli episodi del suo apprendimento grazie agli insegnamenti del tutor...
ironici, divertenti e sagaci... difficile scegliere i migliori... il quinto merita, anche il dieci, insomma... è una questione di gusto personale.



Aggiornamento: successivamente al post, a giugno, esce l'animazione completa...



tratti dal blog incomaèmeglio

sabato 22 febbraio 2014

il visibile è invisibile agli occhi

per l'essenziale chiedere ad Antonio (De Saint Exupery)

son due giorni che penso a un'articolo apparso su ilpost in cui si parla di una rete televisiva norvegese che da qualche anno manda in onda dei documentari lunghissimi in cui lo spettatore può assistere, come fosse presente, all'evento.
si tratta di viaggi in treno, in nave, della risalita dei salmoni e così via.
quello dei salmoni lo avrei visto volentieri, ma il mio norvegese è pari a zero e così, pur visitando in lungo e in largo il sito, se c'è, mi è sfuggito.
ho visto di sfuggita quello del viaggio di una nave da crociera lungo le coste norvegesi, ma in quel caso c'erano più telecamere, interviste, canti, balli e amenità varie, insomma un po' di regia.
comunque sia, pare sia stato il più apprezzato dai telespettatori.
la diretta, udite, udite è durata 134 ore e lo share è stato di circa duemilioni e mezzo di spettatori (la Norvegia conta circa cinque milioni di abitanti).
in rete esiste la versione accelerata del tutto (solo 37 minuti) che a me sembra un po' un'eresia, data la scelta originaria, ma che si fa comunque apprezzare per la musica e la suggestione che riesce a rendere.

poi c'è chi elabora il concetto del tempo reale e/o dei significati annessi e connessi, rallentando la scena al punto da apparire come fosse una foto in cui il movimento è dato dal procedere di chi ha effettuato la ripresa, come nei video dell'ungherese Adam Magyar che sceglie prevalentemente stazioni di treni e metropolitane per i suoi super slow motion.
purtroppo, anche in questo caso, mi è stato al momento impossibile trovare la ripresa del treno portata da 12 secondi a 8 minuti, ma mi riprometto di cercarla con più calma.
per vedere il video clicca sulla foto
speravo, scrivendone, di riuscire a spostate la mente dal pensare al significato di questa tendenza e al tempo che impiegherà ad arrivare qui e contaminarci, o forse, invece ci siamo già arrivati.
in effetti, se guardo la nostra Tv cosa vedo altro che lo stesso film di venti anni fa?

giovedì 20 febbraio 2014

Europa

geograficamente parlando... già! sembra facile...
intanto bisogna distinguere tra geografia fisica e politica.
questa è l'Europa segnata da fiumi, monti e mari ed è una cosa.
poi c'è quella disegnata dalla politica.
ma non solo. esistono almeno altre quattro Europa.
quella dell'Unione Europea, attualmente composta da 28 Stati...
... quella dell'Eurozona che vede oggi (in azzurro) 18 Stati membri...
... quella di Schengen, diciamo tra 22 a 26 Stati a seconda dei vari distinguo...
... e quella del Consiglio d'Europa (47 Paesi) che ci riporta più o meno alle prime due cartine e cioè a dire che le restanti (mappe) sono una sorta di artificio viziato da interessi, cultura, tradizioni, antipatie/simpatie, e tutta l'ampia gamma di fattori che differenziano una Nazione, e le sue etnie, dall'altra.
Ora, si può dire che l'Europa sia in pace o che debba intervenire sugli Stati che pressano ai suoi confini politico/economici o come diavolo li vogliamo intendere?
Bosnia, Turchia e soprattutto Ucraina sono in agitazione.
Hanno fame? Sono mossi dagli stessi interessi e faccende dei loro governanti?
Ne so troppo poco per esprimermi, ma una cosa mi pare evidente, sia in questi conflitti e sia in quelli dell'altra sponda del Mediterraneo.
A muovere le rivolte sono fattori etici: libertà di espressione, di scelta (religiosa, sessuale, ecc.) e diritti umani più che un mero problema di pagnotta.
Esattamente il tipo di contestazione che stenta a partire qui in Italia, dove insieme alla focaccia ingoiamo la qualunque come fosse miele.
E lo strano è che a Kiev si guardi a Ovest come esempio di democrazia, libertà e pace.
Così com'è paradossale che da Ovest si guardi a Est con estraneità e senso di superiorità.
Oltre i confini artificiali e artificiosi c'è un uguale sentire, e un diverso reagire, ma considerati i diversi aspetti che concorrono a formare il tutto, la possibilità che a prevalere sia il conflitto invece della ragione è piuttosto probabile anche in aree diverse da quelle ritenute calde.
il fotomontaggio della piazza Maidan di Kiev, prima e dopo gli scontri, sembra preludere al nascere di una spaccatura di vecchio stampo: una parte alla Russia e l'altra all'Occidente, Usa compresi.


mercoledì 19 febbraio 2014

la solitudine dei numero uno

in attesa dello show quotidiano che vedrà prima l'incontro con Al Capone, poi con l'opposizione (il suo partito) e infine l'esibizione dello sconfessato comico pentastellato, due parole riferite sempre al tema di ieri.
c'è infatti un altro argomento 'divisorio' e rivelatore di tendenza: i marò.
in realtà il coro appare pressoché unanime, benché giunga da un Paese (l'Italia) che è risaputo brillare per la lentezza dei processi e della giustizia e che tuttavia si erge con sdegno nella protesta per rivendicare la libertà dei suoi eroi.
"libertà? perché mai?" chiedo all'interlocutore di turno che pare convinto che siano detenuti in qualche sperduto e spietato carcere indiano invece che lussuosamente ospitati dall'ambasciata dopo un lungo periodo in cui hanno subito la pena di risiedere in un hotel a cinque stelle (il Trident di Kochi) con piscina, spa e ogni genere di comfort.
"Ahhh, sì...?" mi fa, poi ci pensa e riattacca a dire che sono vittime incolpevoli.
mi arrendo.
in fondo, l'unico motivo per cui auspico che la vicenda si risolva velocemente sono i costi di questa detenzione dorata (diciamo 180 dollari al giorno cad? oltre al vitto, all'alloggio, allo stipendio e all'indirivieni di truppe diplomatiche)
ancora una volta, quando si parla di forze di polizia o militari, l'ipocrisia regna sovrana.
ma in fondo cosa si chiede all'India?
solo di ammettere che i due pescatori siano morti per cause naturali, financo per uno spavento o per la paura quando si sono visti puntare un'arma. alla mala parata andrebbe bene anche l'ipotesi di una pallottola rimbalzata sulla pinna di uno squalo...
quello che proprio mi urta, quando prima o poi torneranno in patria, sono le cerimonie di giubilo, gli attestati di riconoscenza, il tributo all'eroismo e via andare.

ma torniamo al tema della solitudine del numero uno.
più che definirlo incaricato, il nuovo presidente pare scaricato.
un fuggi fuggi generale previsto e calcolato da cui ne uscirà con una sorpresa?
immagino di sì.
le soluzioni dei 'politici' da tempo mi stupiscono, sarebbe meglio dire sgomentano.



aggiornamento: ore 13,55 finita la diretta streaming del monologo di Grillo nella sala adibita alle consultazioni (segue sproloquio delirante in sala stampa).
per chi lo avesse perso, qui c'è il video. merita.
si commenta da solo, basta vederlo.

martedì 18 febbraio 2014

agnizione

(del termine c'è una brillante definizione su unaparolaalgiorno)






che esco poco e parlo ancora meno si sa. eppure a volte capita.
ho voluto seguire un'intuizione e verificare se fosse vera o quanto meno statisticamente comprovabile e in effetti ho constatato che di persone dichiaratamente soddisfatte è addirittura difficile immaginare che ve ne siano.
sicuramente ci sono, ma forse preferiscono evitare di parlarne.
quello di cui invece parla volentieri la gente è notoriamente il tempo.
una volta si giudicava banale e formale parlarne, oggi meno.
comunque finché si resta su quell'argomento siamo tutti uguali.
ma facilmente dal tempo si passa alla politica.
e qui è il punto.
se anni e anni fa fin dall'abito si capiva la religione del monaco e successivamente, una volta omologato il look, bastavano poche frasi per bollare l'interlocutore come di destra o di sinistra, adesso provate a provarci...
prendete una persona di cui sapete con certezza da che parte sia schierata e parlate di governo.
a me è successo che i concetti corrispondevano in tutto e per tutto a quello che penso.
ora, o io ho cambiato sponda a mia insaputa, o la cosa è stupefacente.
ora provate a parlare con qualcuno di cui ignorate l'appartenenza politica e ditemi se riuscite a capire da che parte sta.
lo stesso nei talk_show, cercando di ignorare di riconoscere chi parla dal volto o dalla voce, finché si blatera di soluzioni generiche più o meno i concetti son gli stessi e il rimedio pure.
la rivelazione che scopre le carte, l'agnizione, arriva solo quando si toccano due argomenti: gli immigrati e l'omosessualità.
a quel punto se hai trovato chi ti corrisponde, perdi la voglia di parlare e rimani a guardare nel vuoto scuotendo la testa insieme a lui/lei.
se invece spara il contrario di quel pensi, ti resta solo il rammarico di aver condiviso il tuo tempo con un imbecille e il dubbio di stare per diventarlo per non essertene accorto/a.
Roberto Saviano oggi scrive a proposito di diritti e scelte etiche dicendo che, sui temi che possono creare conflitti, la politica (italiana) preferisce astenersi quasi fossero un tabù. 

mi ha rincuorato trovare un articolo così recente, dato che ieri si è parlato di un'intervista che lo scrittore ha rilasciato a un quotidiano spagnolo e di cui ha avuto eco solo la frase in cui accennava alla stanchezza personale di una esistenza particolare qual è la sua.
in effetti anche dalle foto appare provato, tuttavia il mio pensiero va a quelli che, a differenza di Saviano e per tutti gli altri innumerevoli motivi vivono una condizione anche peggiore.
mi rincuora che lui stesso abbia poi commentato con un tweet: "Il gossip conta più di arresti sequestri riciclaggio. Su El Pais parlavo soprattutto del mio lavoro e di ZeroZeroZero".
in ogni caso, forza Roberto.

PS. e mentre ha smesso di fare notizia l'arrivo di oltre nuovi mille profughi in pochi giorni, a proposito di mafia e cocaina un'eccellente inchiesta di Riccardo Iacona.

lunedì 17 febbraio 2014

romolo e remo

febbraio spiritoso 
marzo pazzerello
aprile mite e bello
maggio sognatore
giugno cantatore
luglio nuotatore
agosto gran signore
settembre grappolaio
ottobre castagnaio
novembre triste e stanco
dicembre tutto bianco

gennaio freddoloso e così via...

bene, ora che abbiamo chiara l'agenda, mancano solo i ministri.
e il programma?

siamo passati dalle mani della provvidenza a #lavoltabuona



nel frattempo, pare proprio che io abbia nuovamente sbagliato previsione.
in Sardegna, forse, vince Pigliaru.
e le primarie regionali del PD?
una debacle.
meno del 20%.
rispetto alle scorse primarie?
no, il 20% son quelli che ci sono andati.

e Grillo?
invece si andare alle consultazioni romane va a Sanremo.
del resto è facile confondersi.
se allora le cose tra i gemelli fossero andate diversamente invece di Roma avremmo Rema e invece di Sanremo avremmo Sanromolo.
e come patrono della città dei fiori invece di San Romolo avremmo avuto San Remo, dunque tutto torna.




domenica 16 febbraio 2014

Accabadora

è il titolo del libro che le valse il Campiello di qualche anno fa e il modo in cui veniva chiamata colei che metteva fine alle sofferenze dei malati incurabili...

"Percorre i secoli per raggiungerci, una delle innumerevoli ed affascinanti figure della Sardegna arcaica: l'Accabadora. Questo termine, di origine castigliana, alla lettera ha il significato di porre fine, far terminare. Proprio questa era la funzione della Accabadora, cioè di porre fine alla vita di un ammalato grave, per il quale si pensava non ci sarebbe stata guarigione. Forse una forma ante litteram di eutanasia, sicuramente una pratica dettata dalla necessità in una società agropastorale nella quale, chi, come un malato terminale, procurava ai familiari chiamati ad assisterlo profondi disagi, impedendo loro di potersi dedicare al lavoro, quindi alla sopravvivenza. Tutto sembra librarsi tra religiosità e superstizione nello svolgersi di un rito crudo e violento ma inteso e imperniato nelle società sarda dei secoli scorsi.
Intorno a questa figura a manifestarsi, da sempre, controversi atteggiamenti di rispetto e disprezzo, per una donna alla quale si attribuivano anche poteri magici.
Ella interveniva, su richiesta dei familiari del moribondo, quando questi pativa lunghe e gravi sofferenze, dopo il tramonto del sole o alla notte. Alta e segaligna portava indosso una veste nera, il viso era semicoperto, con lei l'attrezzo del mestiere Su mazzolu, un martello intagliato nel legno di ulivastro che, avvolto in un panno di orbace, utilizzava per colpire la vittima sulla fronte, o alla nuca, o al torace. Forse questa la pratica più diffusa, ma non l'unica, considerate quella del soffocamento e quella mediante l'apposizione di un giogo da buoi.
Il rito, freddo ed articolato, prevedeva anche la recita di preghiere, ninne nanne o formule, con il fine di separare l'anima del moribondo dal suo corpo, e quindi liberarla".

Fonte

oggi Michela Murgia compete per la carica di presidente della Regione e probabilmente perderà la sfida, nonostante il basso profilo etico degli altri candidati e l'assenza della lista (M5S) che primeggiò, in Sardegna, con il 29,68% alle scorse politiche.

alle urne poco meno di un milione e mezzo di sardi, ma si prevede che a votare saranno la metà.
le ragioni di questa ampia astensione sono note e comprensibili tuttavia, se io fossi sarda darei il mio voto alla Sardegna possibile della Murgia.
e lo farei con convinzione invece che come ripiego o reazione per la folta presenza di indagati e cattivi soggetti delle due liste principali.
forse sarà impossibile mettere rimedio alle problematiche dell'isola più sfortunata e abbandonata del Paese Italia, ma, quanto meno, a parlare sarà una persona di carattere, colta, lungimirante, fortemente motivata e coinvolta.
qualsiasi scelta di altro tipo riporterà sicuramente alla mente quell'antico rituale dell'accabadora senza il senso di pietà che lo pervadeva, ma solo per la ferocia con cui fu poi raccontato.

sabato 15 febbraio 2014

e se stasera...

...il Napo stupisse tutti con un'opzione diversa?
ho fatto un giro sul web e nessuno  fa cenno, neanche all'idea che il Presidente, una volta preso atto che tra leader e partiti che snobbano le consultazioni (compreso lo stesso Rensis Khan) e le varie obiezioni dei piccoli raggruppamenti timorosi di perdere rappresentanza nel nuovo Governo, mancassero i numeri per dare la fiducia a quello che i media danno per fatto, decidesse diversamente?
io pure ce lo vedrei in tempi di vacche magre un governo Grasso.
il buon ex magistrato mi scuserà il gioco di parole, del resto quante ne scusiamo noi ai politici e poi, come un anno fa, siamo a parlare di Governo di nuovo a Carnevale!
stando che i parlamentari son sempre quelli, tutto posso pensare tranne che facciano sta benedetta nuova legge elettorale o il cambio di ruolo/abolizione del Senato.
vero è che ho sbagliato le previsioni di medaglie a Sochi, pensavo le avremmo mancate invece qualcosa è arrivato, comunque se c'è uno che può riuscire a costringere le Camere a lavorare è Piero Grasso.
intanto ha una visione della modifica del Senato che condivido.
poi, avrebbe la facoltà di salvare quei due o tre ministri che con Letta han fatto bene così da dar seguito a quel poco che hanno avviato, evitando lo stallo del tempo necessario a che nuovi ministri finiscano la quarantena utile a fargli acquisire l'abc del nuovo ruolo.
in più ha tutte le competenze per gestire qualsiasi materia.
è simpatico pure ai CinqueStelle!
una volta insediato, Napolitano si dimette e a quel punto per sei mesi hanno solo da fare la legge elettorale e gestire l'ordinaria amministrazione.
tanto il Paese nel prossimo semestre continuerebbe comunque la sua deriva.
una volta eletto il presidente (per me, sempre Grasso), se c'è ancora, arriva Renzi o se è ancora vivo il nano (che tanto è un po' la stessa cosa).
un'ultima considerazione.
ma perché dicono in tanti che in Italia la democrazia è morta?
me lo trovassero loro un altro Paese dove ogni sei, max dieci mesi un anno, si apre una nuova legislatura!
più democratico di così!
praticamente tutti possono, a turno, entrare in Parlamento... forse bisognerebbe invece di indicare l'età per l'accesso, imporre il limite di quello della decadenza, così da ridurne la permanenza, ma a parte questo dettaglio, tutti possono entrare nella bagarre, arricchirsi, sfasciare e perdere la faccia.

venerdì 14 febbraio 2014

Renzis Khan

ai tempi dei tempi prima di avviare un'azione di conquista o intraprendere un'iniziativa, venivano consultati maghi, sciamani, astrologi, oracoli e stregoni.
oggi, questi sapienti di arti segrete li dobbiamo consultare per interpretare, a posteriori, il significato delle azioni e iniziative dei moderni conquistatori italici.
e ciò nonostante, la verità, resta muta o quanto meno incerta.
cambiamento è la parola magica che, da decenni in questo paese, guida e porta alla vittoria i vari contendenti a un potere che di fatto ha una sola prerogativa: portare allo sfascio.
e l'ultima variante, il cambio verso, sposta di poco l'esito della faccenda.
la mia personale previsione è che ad andare a trecento all'ora contro mano, ci si schianta o si viene arrestati, ma se della sorte personale del segretario condottiero mi interessa relativamente, mi sono rivolta a un giudice per avere lumi sulla legittimità di una denuncia allo stato per bancarotta fraudolenta.
a patto di trovare un legale capace e volenteroso, pare che ci siano gli estremi, ma la causa potrebbe concludersi tra due o tre secoli.
ancora una volta sarà la storia, in una delle sue varie riscritture, a stabilire, sempre che vi sia, il senso e l'opportunità delle scelte attuali, soprattutto quelle che sfuggono alla logica e all'etica comune.
qualsiasi saranno le decisioni prese per dar vita all'ennesimo cambiamento so per certo che le ragioni saranno contorte e sgraziate oltre che irragionevoli.
a cominciare dall'ascesa al colle per le consultazioni del maggiore rappresentante del malaffare nazionale, dei suoi accompagnatori e anche di quelli della controparte certo non meno immune di critiche ed esempi di scarso valore e altrettanta infamia.
scontato ricordare che, nel frattempo, chi è fuori dai palazzi si gode la permanenza, a sue spese, nel famoso baratro senza fondo che inghiotte e ricopre di massi e di scorie tossiche i villeggianti, vivi o morti che siano.

mercoledì 12 febbraio 2014

ci voleva proprio

dopo la bocciatura della giovanardi_fini, finalmente la Consulta potrà esaminare il ricorso per la cacciata dall'Eden di Adamo ed Eva.

martedì 11 febbraio 2014

share

canta che ti passa

nel 2013 il primato delle classifiche di ascolto televisivo spetta al Papa (82,7%) con oltre ventun milioni di spettatori, seguito dal festival di Sanremo (54% circa quattordici milioni) e via andare con il resto fino ad arrivare a Servizio Pubblico (la7) con un risultato più o meno pari a quello raccolto alla Camera da PD e/o M5S alle scorse elezioni.
tanto per dire, i voti del PdL (7.332.972), corrispondono all'incirca al numero degli spettatori di Un medico in famiglia, Scelta Civica quanto Un posto al sole (molto meno di tre milioni), Fratelli d'Italia e/o Rivoluzione Civile qualcosa in più dell'Ispettore Barnaby (600/700.000).
poi la massa di partitucoli con numeri talmente risibili che se trasportati in share comporterebbero l'istantanea interruzione della messa in onda.
fanalino di coda il partito di Magdi Allam (io amo l'Italia) che è stato scelto da soli 42.524 elettori.
quindi quando qualcuno si vanta di aver  preso venti milioni di voti di cosa parla?
neanche la somma delle coalizioni arriva a tanto e poi hanno votato trentaquattro milioni di aventi diritto, se fosse vera la storia dei venti milioni mica saremmo ancora a menarcela con le larghe intese.

ora, poiché Sanremo è alle porte, trovo quasi strano il pudore che ha impedito di ipotizzare una nuova formula che consenta di prendere due piccioni con una fava.
per esempio si potrebbe abbinare a ogni cantante o canzone un partito o un leader politico, magari per sorteggio, oppure tenendo segreto l'accoppiamento fino a dopo l'esito delle giurie.
le trovo idee innovative e per nulla dissimili alle trovate (emendamenti) che si stanno ipotizzando per comporre una 'nuova' legge elettorale e in più c'è il vantaggio che il Festival c'è tutti gli anni, quindi è perfetto per l'alternanza delle baggianate delle due fazioni.

poi che altro?
si risparmierebbero i soldi dell'inevitabile doppio turno e la fatica di andare a votare inoltre, ci sarebbe (finalmente), la disponibilità di un minimo criterio utile a valutare e operare una scelta, almeno per i pochissimi che andrebbero/andranno a votare.
quindi, l'ulteriore vantaggio di sfruttare l'evento per minimizzare ulteriormente il calo di consenso e adesione, gettare fumo negli occhi e far finta di aver vinto e quindi governare in nome di tutti quando in realtà si è stati scelti da un manipolo di prezzolati o nostalgici a seconda della parte tra le due in causa.

ma forse ho capito perché non ci hanno pensato.
al Festival temevano di perdere ascolti.

lunedì 10 febbraio 2014

de_generation

chissà che il '68 sia stato una reazione inconscia invece di una presa di coscienza?
sono passati troppi pochi anni per poter rispondere a questa domanda.
la storia, ce lo insegnano gli storici, è una scienza mutante che varia a seconda dell'epoca in cui viene raccontata, delle politiche del momento, degli interessi che ne regolano le convenienze.
ho sentito di recente, mi sembra di ricordare che a dirlo sia stato Mieli, che la verità sulla morte di Kennedy o sui tanti misteri del novecento verrà fuori soltanto quando si sarà perso anche il più piccolo riferimento o collegamento a fatti e persone ancora in essere.
sicuramente nei decenni che hanno preceduto il '68 sono ancora nascoste 'verità' o dati di fatto che immagino fossero percepiti a livello più o meno conscio dai giovani della beat generation che fin dai primi anni '50 hanno fatto di tutto per prenderne le distanze ricercando nuove forme di sopravvivenza/realizzazione in un mondo che certamente appariva loro incoerente e, quindi, perfettibile anche e nonostante l'euforia data dalla fine del secondo conflitto mondiale e l'inizio di un periodo di florido benessere.
a quella generazione, diranno gli storici del prossimo secolo, ha fatto seguito la degeneration, cioè l'attuale genia.
il suo crimine?
l'estensione dei crimini più efferati attraverso forme raffinatissime di sterminio apparentemente avulse dai pregiudizi razziali, di classe sociale o di altro genere perché giustificate nei modi più astrusi.
talmente tanto astrusi da far sì che percepirne e definirne la portata è cosa riservata a pochissimi spesso ridotti al silenzio o giudicati eretici e visionari.



ma gli anni passano e prima o poi qualcosa riemerge, anche se è ancora reso in modo poco chiaro.
come per le Foibe.
correva l'anno speciale Foibe 9_2_14 (documentario Rai, una riscrittura attualizzata di Paolo Mieli) 
oggi sono dieci anni dalla prima giornata della memoria, voluta dalla destra con più di un voto contrario della sinistra, e mi ricordo del clima e delle polemiche di allora, poi via via stemperatesi anche se un sottofondo di malcelato fastidio aleggia ancora sulla vicenda e sulla parte di storia più ingloriosa che riguarda i regimi socialisti.
a mio parere, direi che l'appartenenza politica si può giudicare del tutto marginale davanti a questo genere di atrocità.
fascista, nazista, comunista, secondo me, denominano categorie di pensiero diversamente collocate, ma preferisco evitare di abbinare quei termini ai crimini loro connessi.
il compito di discernere e suddividere o classificarli in base a quelli lo lascio agli storici e ai sofisti.
per me le differenze sono inesistenti.
ci ho messo un po' per arrivare ad ammetterlo, ma ad oggi penso proprio che chi ignora il limite del rispetto della vita umana sia parimenti meritevole di una condanna e che, anzi, proprio per questo, la politica avrebbe il dovere di prendere atto che la negazione o la giustificazione di atti contro l'umanità è tra le prime cause del perpetuarsi degli odi che originano le guerre con quello che ne consegue.
invece di questo ragionamento seguono la prima parte, salvo trarne poi le conclusioni opposte.
oggi, forse, si ammette che il genocidio delle Foibe abbia avuto come obiettivo la pulizia etnica, ma finché le ammissioni saranno a mezza voce è difficile credere che l'inconscio collettivo riuscirà a prendere coscienza smettendo di rigettare gli esodi o considerare indesiderabile chi è costretto a emigrare suo malgrado.
voglio dire che da qualsiasi parte ci si collochi, se alla fine è l'istinto assassino a prevalere, almeno vorrei che si evitasse di speculare e strumentalizzare politicamente, perché di ragioni ragionevoli non ve ne sono e l'unica lezione possibile è quella di interiorizzare il limite ed evitare di oltrepassarlo, anche facendo ricorso ad atti di eroismo individuale.
e infine, ok la memoria, ma un'occhiata anche ai moderni Attila, no?

domenica 9 febbraio 2014

degenerazioni

cercando di capire quanto tempo è trascorso tra l'invenzione della plastica e il suo boom, mi sono imbattuta nella Moplen e saputo che all'epoca (1963) al chimico imperiese che la brevettò e al collega Ziegler su assegnato il Nobel: "professor Natta, lei è riuscito a preparare mediante un nuovo metodo macromolecole che hanno una struttura spaziale regolare. Le conseguenze scientifiche e tecniche della sua scoperta sono immense e ancora non possono essere valutate pienamente".
motivazione che letta con il senno di poi prende tutto un altro colore.
comunque, questa ricerca andata fallita, mi serviva a farmi un'idea del tempo necessario a far si che un prodotto con caratteristiche del tutto analoghe, ma bio degradabile, riuscisse a spodestare il primo.
il caso vuole che a distanza di sessant'anni, nella stessa zona, il modenese, un altro italiano, brevetti una plastica pulita.
tanto sarebbe bastato per soppiantare la commercializzazione e l'uso di quella tossica, invece a distanza di tre anni, la Bio_On sembra arrancare a fatica, ritagliandosi solo qualche piccola fetta nel già ristretto mercato del biologico.
a pochi chilometri, a Bologna, un team di ricercatori italiani dell'Alma Mater, da oltre un anno, è a capo di un pool di esperti di nove diversi stati europei, del progetto Bioclean finalizzato allo studio di batteri mangiaplastica.
e li ha pure trovati.
ora, lasciando stare il Nobel, che magari porta pure sfiga, il mio ragionamento è che parlarne costa niente, invece dirne appare ancora come un'utopia irraggiungibile o qualcosa che fa sorridere per la scarsa incidenza che può avere sullo stato di fatto.
in effetti per quanto ci si sbrighi è facile capire come sia già tardi.
lo documentano i libri sul tema delle isole di plastica che viaggiano per gli oceani.
ad esempio io mica lo sapevo che nel Mediterraneo le microparticelle di materiali plastici sono molto più concentrate di quanto sia rilevabile nelle suddette isole...
e siccome sarà impossibile fagocitarle a meno che i batteri si trasformino in dinosauri, creando un altro genere di problema, suppongo che prima o poi queste particelle depositandosi creino un manto impermeabile che finirà con il soffocare ogni forma di vita animale e vegetale...
nell'equilibrio naturale, ci sta che la natura stia tentando in tutti i modi di estinguere il genere umano.
ne va della sua sopravvivenza.
è nella natura delle sue leggi, estromettere ciò che le nuoce.
consola sapere che lei ce la farà a sopravviverci?
a giudicare dagli spettacoli che continuiamo a rappresentare, direi che sì. può consolarci.
senza l'uomo il pianeta può continuare a vivere e rigenerarsi e un giorno, chissà che un batterio intelligente dia vita a una razza umana dotata della sua stessa sapienza.

sabato 8 febbraio 2014

degenerata

doveva essere un tranquillo martedì di faccende burocratiche quando, nella notte, un fatto imprevisto ma probabile, comporta la chiamata al 118 e il trasporto (in veste di accompagnatrice) al pronto soccorso.
arrivo intorno alle 4,30.
persone assistite, per meglio dire in attesa di esserlo, ovvero pazienti anche se il termine è stato soppresso, quattro.
personale addetto scarso.
ovvero una sola sala di triage da cui entrano ed escono due infermiere imbufalite a cui nessuno ha il coraggio di chiedere per avere notizie su tempi e procedure.
comunque in qualche modo dopo tre ore si è state dimesse, ma una volta a casa il sintomo si ripresenta anche perché non è stata effettuata l'unica operazione necessaria ad arrestarlo.
in qualche modo si arriva a giovedì per il controllo presso il reparto specifico, dove, eseguono immantinente la cauterizzazione che poteva essere svolta solo ed esclusivamente da un otorino.
dunque nè la guardia medica, nè il 118, nè il pronto soccorso che sono invece autorizzati alla rianimazione ecc. ecc.
penso: "strano, eppure nei film, arriva subito lo specialista".
per altro va detto che, all'ambulatorio, una cinquantina di persone assistite vengono smaltite in un'ora grazie a sei studi in cui operano un otorino senior, uno junior e almeno un'infermiera per ciascuno.
morale: se perdi sangue dal naso di notte, aspetta l'alba e poi vai al pronto soccorso che tanto se è la tua ora cambia poco o niente.
tra il martedì e il giovedì faccio una scappata a casa per alimentare la micia e controllare che stia bene.
l'autista è stranamente in borghese.
"son dieci giorni che aspetto mi dicano se e quando posso ritirare la divisa e allora giro in jeans".
a quel punto suggerisco che, dato che gli scioperi non se li fila più nessuno, si potrebbe fare che guidino in mutande.



"dai _ mi risponde _ facciamolo a carnevale, autisti e utenti!"
nell'ilarità generale arrivo a destinazione, faccio il giro del tavolo e riparto.
in realtà c'è poco da ridere.
dopo avergli tolto trecento euro dallo stipendio, averne fatto pagare quasi altrettanti agli autisti che hanno caricato utenti senza posto a sedere e avergli cucito addosso orari di servizi tali per cui per sei ore di guida stanno in strada anche dieci ore (ovviamente quelle da fermi non sono retribuite) cosa hanno pensato bene di fare per evitare un fallimento che comunque si è verificato?
istituire un bel corso a tutti i dipendenti, autisti e impiegati (che per altro va detto sono in rapporto di uno a due, cioè un autista per due impiegati) per controllori di viaggio.
primo aspetto, quanto sarà costato il corso?
per altro gli autisti ne stanno già facendo un altro per il rinnovo dell'abilitazione alla guida di cui so che il costo si aggira sempre intorno ai trecento euro a cranio e che a detta degli autisti è pure fatto male.
secondo aspetto, l'obiettivo del corso.
allora l'idea della società di trasporto locale è quella di invogliare autisti e impiegati a svolgere mansioni di controllo sui mezzi, o durante le ore di fermo guida o nel tempo libero.
la retribuzione? il 50% delle multe riscosse.
peccato che secondo i dati raccolti queste cifre siano risibili.
e veniamo a venerdì.
il giorno della mia visita dal mio medico di fiducia per valutare un rimedio per la solita stanchezza in vista del cambio di stagione (?) e sulla base della necessità di coprire urgenze come quella appena passata che mi lasciano sempre stesa come uno zerbino.
"lo sa _ mi dice _ è il livello di degenerazione che si è alzato".
in effetti lo so, "ma lei non potrebbe fare un corso per curare zombi?"
ride.
"ok, allora alzo l'età, invece di dire che  ho sessant'anni dirò che ne ho sessantotto, così, tanto perché mi si dica che non li dimostro e per convincermi che a quasi settant'anni tanto in forma è difficile".
torno a casa, guardo le news e mi dico... "meno male che la degenerata sono io"!

mercoledì 5 febbraio 2014

Bravooooooo!!!!!!!!!



continua a leggere...

e bravo anche Dudu_DuDù Du dù (che con mossa canina mette ko il nano).

martedì 4 febbraio 2014

10 aprile

fine pena: mai.
(mica quella del reo in causa, la nostra).

effetto e causa o causa effetto, sta il fatto che se non sbaglio erano i primi d'agosto (2013) quando la Cassazione si è espressa e 'sto qui è ancora a mezzo.
che vada bene il 10 aprile diranno se dovrà scontare a casa o ai servizi sociali il suo annetto di pena.
allora, se ho capito giusto le cose stanno che nel frattempo si organizza e dal prossimo maggio a quello dell'anno successivo fa il martire così che nell'estate passa beatamente alla campagna elettorale che si concluderà con santificazione entro il 2015.

dunque per noi, intendendo il termine come riferito a un manipolo di persone, una cerchia molto ristretta, quell'elite di esseri umani che ancora respirano senza emettere miasmi o corbellerie... dicevo, per noi la pena è praticamente l'ergastolo.

a meno che sopraggiunga la morte di una delle parti, tutto protende verso l'ennesimo successo elettorale senza precedenti da parte del nano.
questo a prescindere dalla data delle prossime elezioni, ma al momento lui stesso pare propendere per un allungamento dei tempi.

certo, se alla sinistra montasse ulteriormente il panico di poter magari un domani vincere... potrebbe anche darsi che il paese venga dato in mano ai cavernicoli...

PS a onor del vero la questione dei tempi tra la condanna e l'esecuzione della pena varrebbero un capitolo a se stante, io che però sono ignorante in materia, mi sono fermata quasi subito, ma per chi fosse più tenace e intelligente l'approfondimento sugli iter è qui.

lunedì 3 febbraio 2014

amen

c'è modo e modo di far finire il mondo, anche nella distruzione può esserci bellezza... cultura... senso estetico, fine ragionamento, financo servire da lezione, monito e insegnamento.
amen.
sopportazione fa rima con comprensione, ma sono due concetti diversi.
amen.
il buongiorno si vede dal mattino.
giusto!
ed è subito sera...
già!
...adda passà 'a nuttata...
fatto!
premetto che trovo giusto che ognuno abbia rappresentanza, solo vorrei che atteggiamenti e comportamenti oggettivamente sospetti trovassero rappresentanti capaci di 'elevarli' a un grado di civiltà appena superiore a quello degli analfabeti.
al contrario, può capitare che domani qualcuno si svegli con una caccola nel naso e parta la raccolta di consenso al grido di: "vogliamo la caccola nel naso!"
sono stata tentata di pubblicare la foto del libro di Corrado Augias nel caminetto di uno stellato imbecille, e qualche esempio del dialogo filosofico su Laura Boldrini o quello sulle dichiarazioni di Philippe Daverio, ma preferisco evitare di sporcare il blog e mi limito ai link.
amen.
la parabola di oggi racconta del futuro.
immaginiamo pure che questi individui, parliamo di qualche milione di analfabeti, vadano al governo.
gli altri milioni di abitanti di questo paese, che fine fanno?
li mandano al rogo, al confino, in un campo di concentramento?
e foss'anche così, una volta dispersa e annientata ogni forma di dissenso che farebbero di diverso da quello che fanno coloro che siedono oggi sulle poltrone che vorrebbero occupare?
"faremmo il bene dei cittadini!"
sì, quali?
quelli che inneggiano alla violenza quando gli si tira un pelo?
prendo atto che questo qualche milione di analfabeti andrebbero rieducati o, quanto meno, informati che scegliere forme di contestazione già sperimentate porta, come conseguenza, ad etichettature specifiche.
se anche questo gli è sgradito, che se ne facciano una ragione, oppure cambino modalità.
anni e anni di scolarizzazione, cultura, conoscenza, scoperte scientifiche, invenzioni uccisi da un rigurgito di cavernicolismo dove vince chi ha la clava più grossa o la sa menare più forte.
il solito vecchio istinto assassino sta emergendo in una forma che sta sfuggendo di mano ai suoi istigatori ubriacati dal successo di una deriva culturale di stampo autoritario, violento, becero e ignorante che ha tra i suoi obiettivi quello di scorreggiare baggianate assurde, inutili e offensive per chi è minimamente più evoluto di un carciofo.
se c'è chi può portare esempi a difesa, parli! oppure taccia per sempre.
andate in pace.
amen.

domenica 2 febbraio 2014

Olympic crime

forse, anzi è sicuro, lo scorso anno ci sono stati altri delitti dolosi più gravi di questo, tuttavia tra quelli, Sochi si poteva senz'altro evitare.
invece si becca il premio per la porcata più grossa del 2013.
sul Fatto Quotidiano c'è un articolo illuminante e riassuntivo dei motivi che giustificano il mio giudizio.
inutile l'alibi di approfittare dell'assegnazione a sede delle Olimpiadi invernali per creare apparati turistici in grado di attrarre orde di visitatori, perché così tanti da riempire strutture così faraoniche è cosa impossibile e in ogni caso niente potrebbe compensare il disastro.
dell'artefice di tale assurdità si sa e si dice tutto il peggio possibile, ma a mio avviso meno di quanto di potrebbe e dovrebbe.
tutti zitti e nessuno che abbia pensato di boicottare un evento che urla vergogna.
l'Italia, che pure difficilmente guadagnerà medaglie, avrebbe fatto meglio a ritirare i suoi atleti da una competizione viziata da crimini contro i diritti umani, civili e ambientali.
questione di business, si sa, ma quando è troppo è troppo.
la sola idea di insediare il villaggio olimpico sciistico in una regione dove la temperatura è mite tanto da far crescere le palme e rendere necessario immagazzinare quattrocentocinquantamila metri cubi di neve sarebbe bastato.
ci mettiamo che da cinque anni gli abitanti di Akhshtyr sono senz'acqua e tagliati fuori da un'autostrada per la cui costruzione si è deforestato e spianato a più non posso?
del resto si è passati sopra a numerose aree naturalistiche che facevano da habitat a specie anche rare oltre che essere patrimonio unesco.
le sole opere edili sono costate la bazzeccola di cinquantuno miliardi di dollari a cui nessuno può dire quale cifra vada aggiunta per cercare di garantire una sicurezza per nulla certa così come è difficile stimare il costo per il danno ecologico certo.
Aleksandra PortiannikovaClick sulla foto per vedere il video
nessun criterio degno di questo nome può giustificare la somma di eresie che sorreggono il delirio dello zar dal fine bon ton che gli ha fatto dire: "ben vengano i gay alle olimpiadi, basta che lascino stare i bambini".
solo un insano istinto assassino, suo e di quelli che si girano dall'altra parte, invece di prenderne le distanze, possono essere all'origine della perpetuazione di crimini che tutti giudicano con sdegno nei convegni ma poi fan finta di non vedere e non sapere oppure dicendo che tutto si sistema comprando un po' d'ossigeno altrove per far tornare i conti.

sabato 1 febbraio 2014

sottovoce

quei drammi personali che paiono così piccoli rispetto a quelli collettivi eppure a loro dispetto sono importanti per chi li vive, benché potrebbero trovare soluzione a scapito del senso del dovere e della lealtà, dunque di quei principi che per qualcuno si potrebbero benissimo ignorare e che altri giudicherebbero alibi o debolezza.
e questo vale per i grandi spostamenti, per l'esodo, l'esilio, il cambiamento di stato.
dunque resto, però vorrei spostarmi almeno un po' da dove sono, ma restando come sono quando sono dove sono.
invece muovermi diventa fatica e quando arrivo non sono più io e nemmeno più vicina a quel che vorrei essere quando sono dove sono e penso a dove vorrei essere.
è un dramma invernale, perché se la stagione è favorevole, vado e vengo con maggiore agilità di spirito.
e pensando a dove vorrei essere, pur restando dove sono, mi vedo assente sia nel dove sono che nel dove vorrei stare.
e quindi dovrei darla vinta alla tristezza e allo sconforto indotti da una mente bacata?
non credo proprio.